Gilbert Casaburi è un cuoco con la passione della cucina naturale. Propone di introdurre nei menù delle mense ospedaliere piatti più sani e alternative vegane. Lo abbiamo intervistato per saperne di più sulla sua iniziativa
– Chi sei e di cosa ti occupi?
Mi chiamo Gilbert Casaburi e sono cuoco all’interno della Casa di cura del Dr. Marchetti a Macerata. Mi occupo prevalentemente della preparazione di piatti vegetariani e vegani.
– In qualità di chef con la passione della cucina naturale, sappiamo che ti stai battendo per portare una nuova consapevolezza alimentare a partire proprio dalle mense ospedaliere
Purtroppo nelle mense ospedaliere e anche scolastiche si è costretti a tenere d’occhio i prezzi, a volte capita che questo vada a scapito di una certa freschezza. Vi sono presidi ospedalieri, per esempio, che si avvalgono di catering che non consegnano giornalmente. Pertanto il cibo, anche se si presenta bene a livello di gusto, perderà necessariamente parte della sua vitalità.
– Nessuna buona notizia?
Qualcosa in realtà si sta muovendo. Per esempio un ospedale in provincia di Asti ha aperto una cucina quasi “stellata”, dove vanno a mangiare anche persone che vengono da fuori… E lo stesso Comune di Saltara (PU), in accordo con l’Asl locale e sotto la supervisione di una nutrizionista, ha cambiato il menu delle mense scolastiche introducendo cibi locali, di stagione, più naturali, e anche vegetariani.
– Che dire della mensa della clinica dove lavori?
Parlando con l’Amministratore delegato, il Dr. Marchetti, anche noi con la collaborazione di un’esperta in scienza dell’alimentazione abbiamo fatto qualche cambiamento nella nostra cucina, e oggi effettivamente siamo molto orgogliosi di dire che siamo uno dei pochi spazi ospedalieri che propone una cucina naturale e vegana a chi lo desidera, senza imporre niente, ma solo mettendo a disposizione un’alternativa valida a livello nutrizionale e gustativo, quindi un’alimentazione diversa, che mette la persona al centro, sempre ovviamente laddove non vi siano patologie per le quali i medici prescrivono protocolli specifici. Anche i cibi animali sono scelti con particolare cura e attenzione.
La clinica ha anche ricevuto l’autorizzazione a preparare pasti per l’asporto, quindi per chiunque ne facesse richiesta. Siamo solo all’inizio, ma io credo fortemente che questo sarà il futuro: un’alimentazione più sana, con prodotti locali, freschi e di stagione, che rispettano l’ambiente e tutti gli esseri viventi.
– Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Personalmente cerco di diffondere il più possibile l’informazione. Partecipo a convegni, seminari, e faccio corsi di cucina in tutta Italia. Ho partecipato al Festival Vegano di Porto san Elpidio dove, tra gli altri, ho conosciuto Renata Balducci alla quale ho raccontato la mia storia in un’intervista. E quest’anno sono al Sana di Bologna per un intervento. E tanto altro.
Se posso aggiungere, sarebbe opportuno e interessante collaborare con un medico, un oncologo, o il direttore di una struttura ospedaliera affinché possa appoggiare questo progetto e portarlo dove sarà necessario, in pratica riaprire le cucine ospedaliere e offrire un cibo più sano, mettendo quella giusta attenzione nel cucinare, soprattutto per chi ha bisogno di cure particolari.
Ringrazio con il cuore tutte le persone che hanno contribuito a rendere possibile questo sogno. Grazie infinite.
– Grazie a te…